Lo stress condiziona il modo di vivere la ripresa?

Stress-Comunicazione-Markappa

Il 18 maggio è ufficialmente iniziata la ripresa di gran parte delle attività italiane. Un nuovo inizio si potrebbe dire ma sono tanti gli aspetti ancora da chiarire.

Fase 2, Fase 2-bis, Fase 3? Quella che viene chiamata in tanti modi è un primo punto di incertezza verso la ripartenza vera e propria.
Viviamo con la paura che questa ritrovata (semi) libertà possa essere interrotta da un momento all’altro a causa di una nuova ondata di contagi.
Purtroppo sono ancora molte le persone a non rispettare le regole e i criteri per una gestione ottimale della ripresa o, all’opposto, a non voler uscire.
Ma ci siamo chiesti da cosa è dovuto? Tra le varie alternative, possiamo prendere in esame la gestione e la visione dello stress di questo periodo storico.

Il modo in cui pensiamo e ci rapportiamo allo stress, influenza le nostre reazioni.
È stato infatti dimostrato che il modo di pensare lo stress può condizionare la salute, il successo e la felicità.
In particolare, l’atteggiamento mentale che abbiamo verso lo stress causerà le nostre emozioni e il modo in cui affrontiamo l’evento stressante stesso.
Cosa voglio dire? Semplicemente che se viviamo la ripresa pensandola come uno stress negativo, sperimenteremo effetti nocivi per la nostra salute, un peggioramento delle prestazioni e della produttività.
Invece, se trattiamo il ritorno a questa nuova normalità come uno stress positivo, vivremo un’esperienza più salutare, con maggiore energia, rispettando le regole e affrontando le nuove sfide con una ritrovata vitalità.

Quando ci scontriamo con il cambiamento, con resistenza e come fonte di stress negativo, non siamo in grado di mettere in atto le giuste strategie e le nostre capacità. Soprattutto così condizioneremo in modo dannoso le nostre vite con scelte non funzionali come evitare di uscire, sfidare le regole, eccessivi comportamenti protettivi o fobici.
Scappare da un evento che apparentemente ci spaventa non è la strategia migliore.
Quindi ricordiamoci di accettare e affrontare ogni evento con piena consapevolezza, in modo da essere più efficaci verso il raggiungimento dei nostri obiettivi e del ritorno alla quotidianità.

Si capisce quanto sia importante notare non solo come ci vengono comunicate determinate informazioni dagli altri ma anche il modo in cui comunichiamo a noi stessi.
Un messaggio trasmesso in modo non adeguato, incerto o confusionario, può farci sentire sopraffatti o attuare comportamenti autodistruttivi.

A livello pratico però, come possiamo affrontare meglio e positivamente questa nuova Fase?

Innanzitutto dobbiamo comprendere e rispettare i nostri sentimenti e quelli degli altri, e procedere gradualmente. Se stiamo avendo paura di uscire possiamo farlo un poco alla volta, attuando una tecnica simile a quella che viene utilizzata per le fobie: affrontare un piccolo step in più, giorno per giorno. Ad esempio possiamo iniziare aprendo il portone di casa, il giorno seguente andando fino al pianerottolo o nel cortine, e così via. In questo modo non ci saremo catapultati fuori ma avremo seguito i nostri tempi un passo alla volta.

È inoltre estremamente importante continuare a regolare la visione e l’ascolto di notizie da parte dei media o social: non sovraccarichiamoci cognitivamente ma ritagliamoci pochi e selezionati spazi di ricerca di informazioni.

Organizziamo le giornate grazie ad agende o planare settimanali, così da essere maggiormente costanti e stimolati verso gli obiettivi. Riusciremo ad avere un ritmo più coerente e non saremo eccessivamente distratti da pensieri o notizie invadenti.

Infine, consiglio di parlare sempre delle proprie emozioni: condividere un momento di malessere o di gioia con un professionista psicologo può aiutare ad affrontare meglio il cambiamento e ad analizzare i dettagli di cosa ci spaventa realmente.
Ricordiamoci che è del tutto normale provare sentimenti diversi, spesso contrastanti, a seguito di un periodo intenso come quello che stiamo vivendo.

Affrontando ciò che sentiamo e pensiamo, riusciremo a essere più consapevoli di noi stessi. 

Giorgia Petrucci – Psicologa

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